Dalla seduta del Consiglio Comunale di ieri sera, Martedì 11 Febbraio 2014.
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Riflessioni, Informazioni e Saluti
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Avevo pensato di utilizzare questo finale di serata e queste parole così come in precedenza già fatto da alcuni oramai “ex-colleghi” Consiglieri.
Mi è stato invece giustamente rimarcato dal capogruppo di “Mediglia Per Te”, Signor Avanzi, come ciò avrebbe comportato la necessità di dover convocare entro dieci giorni una nuova seduta di Consiglio ad-hoc e quindi, per i colleghi oggi presenti ma soprattutto per la comunità di Mediglia, un inutile ulteriore esborso di denaro nonché una perdita di tempo; tempo e, soprattutto, denaro di cui i medigliesi hanno invece un bisogno vitale.
Utilizzerò pertanto questi – assicuro – pochi minuti non per rassegnare le mie dimissioni da Consigliere Comunale quanto piuttosto per rendere edotti tutti voi riguardo alcune riflessioni, difficoltà personali e pensieri che galleggiano nella mia testa da svariato tempo.
Quasi tre anni fa mi sono tuffato in questa avventura con un entusiasmo che avevo scordato ed una voglia di fare degni di un adolescente alla scoperta del mondo.
Mosso da sempre da una forte passione politica ed avendo militato per anni tra le fila di un partito che, ad oggi, non è rappresentato in parlamento, ho di buon grado deciso di far parte di questa lista civica, Mediglia per Te appunto, sperando che più delle idee politiche fossero la conoscenza personale ed i fatti oggettivi ad “orientare” gli elettori medigliesi; a tal proposito, ed a differenza di chi invece ha seguito il percorso inverso, sono uscito dal partito di cui sopra con la speranza di diventare il portavoce, nel caso fossi stato eletto, di donne, uomini, privati cittadini insomma, amplificandone le idee anziché utilizzarne di precostituite.
(e se qualcuno non sapesse di quale partito stia parlando, gli sarà sufficiente osservare quale posto io occupi in quest’aula).
Come tutti gli altri candidati mi sono impegnato molto durante la campagna elettorale al punto da frequentare la mia famiglia solo per quattro ore al giorno.
Poche ma buone però le quattro ore essendo riuscito, nel corso delle stesse, a creare…Eleonora, la mia terza figlia.
Il giorno dello spoglio delle schede ho avuto la sorpresa, piacevole, di scoprire che novantasei Medigliesi avevano scritto il mio nome sulle proprie schede elettorali facendo si che io fossi, candidato Sindaco a parte, il più votato della lista.
Mi sono quindi umilmente messo a, mi si passi il termine, studiare il gravoso mestiere di Consigliere Comunale osservando, ascoltando, confrontandomi con amici e conoscenti più esperti, capendo però quasi subito come la politica “locale” sia la “sorellina minore” di quella a livello nazionale e di come azioni, idee, proposte, conoscenze ed amicizie altrui vengano criticate a prescindere, indipendentemente dalla loro validità.
La sproporzione nella percentuale di consiglieri eletti per ogni lista, numeri per altro normati dalla legge, fa si che allorquando gli schieramenti di maggioranza ed opposizione abbiano una così netta “distanza ideologica”, l’opposizione ben poco possa dire o proporre al punto tale che qualunque sua idea venga regolarmente bocciata senza che alcuni consiglieri di maggioranza si soffermino un solo minuto a riflettere.
Non si può invece dire altrettanto a parti invertite perché basta leggere i verbali di alcune riunioni passate per rendersi conto di come, non dico sempre ma sovente si, proposte o lavori dei vari Assessori siano state votate all’unanimità o, quantomeno, non bocciate.
E sinceramente questo atteggiamento, più di qualunque altra cosa, ha avuto per me lo stesso effetto della kriptonite per Superman.
Riguardo poi la mia vita privata e lavorativa, nel corso di questa trentina di mesi, si sono succeduti un paio di eventi che, se da un lato sono quanto di meglio si possa auspicare per se stessi, dall’altro hanno fatto si che il mio tempo libero diminuisse al punto da non riuscir più a seguire in modo proficuo ma soprattutto serio gli impegni in precedenza presi.
Concludendo, il significato di tutte queste parole è che questa sarà l’ultima seduta alla quale prenderò parte in qualità di Consigliere Comunale però, facendo riferimento a quanto detto pochi minuti fa all’inizio di queste righe, non intendo oggi rassegnare le mie dimissioni.
A tal proposito prego la Signora Presidente di volermi informare per tempo cosicché io possa dimettermi entro la prossima riunione da Lei indetta in modo tale che debba semplicemente essere aggiunto un solo punto all’ordine del giorno, ovvero:
“Surroga del Consigliere Ghilardi”.
Rimarrò pertanto in carica fino ad allora e, nel caso qualche evenienza imprevista dovesse renderlo necessario, anche oltre.
Chiudo innanzitutto ringraziando i novantasei temerari che hanno creduto in me scusandomi con Loro per non essere riuscito, in questa veste pubblica, a recitare il ruolo di Sir Lancillotto quanto piuttosto, anche per alcune delle ragioni sopra descritte, quello di Don Chisciotte; proseguo poi con i saluti iniziando dal Sindaco Signor Bianchi, passando poi al mio capogruppo Signor Avanzi il quale in questi mesi è stato per me sia un aiuto che un esempio, ai Consiglieri tutti fino ad arrivare all’ultimo arrivato, ma solo in ordine di tempo, Signor Piazza rivolgendo però a questo Consiglio Comunale la preghiera di lavorare seriamente ma soprattutto serenamente, e cioè che ognuno rifletta con la propria testa e non con quella “ufficiale”, affinché siano fatti solo ed esclusivamente gli interessi della città di Mediglia e, soprattutto, dei suoi abitanti.
Infine, e qui chiudo davvero, come primo atto da (quasi) comune-privato cittadino supplico l’Assessore Signor Fabiano di voler rimettere mano al regolamento per l’utilizzo delle sale comunali affinché, tornando al concetto iniziale, il denaro speso da chi non può utilizzare queste sale a causa di un cavillo volutamente trovato tre anni or sono, possa essere invece convogliato nelle attività pubbliche, ludiche e di aggregazione organizzate tre/quattro volte all’anno anche da una delle Associazioni esiliate.
Associazione che, da quando esiste, è l’unica ad aver dato una parvenza di comunità al proprio quartiere.
Soprattutto, Assessore, adesso che il – voglia passarmi il termine – vostro “nemico pubblico” si arrende, saluta e toglie il disturbo.
Stefano Ghilardi
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