La Giornata della Memoria 2011

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Discorso de Il Melograno in occasione della Giornata della Memoria
Bustighera – 30 Gennaio 2011

Presentazione Melograno.
Buongiorno a tutti e grazie della vostra presenza qui.
Faccio parte dell’Associazione Civica Il Melograno che mi ha incaricato di tenere questo breve discorso in occasione della Giornata della Memoria organizzata dall’ANPI.
Il Melograno e’ una Associazione civica nata qui a Mediglia da pochi mesi, nello scorso autunno, per iniziativa di alcuni cittadini residenti nei quartieri di Bettolino e Vigliano. Prima di tutto cerchero’ di spiegare brevemente le caratteristiche di questa nostra associazione e il significato della sua presenza all’evento che ha luogo qui oggi.

Il Melograno nasce con intenti prettamente civici e si propone di promuovere e sostenere la partecipazione dei cittadini alla formazione del benessere della comunità locale intesa come unione di persone. Si propone inoltre di salvaguardare e valorizzare il territorio e di promuovere attivita’ di aggregazione sociale.

Nel perseguire i nostri scopi, abbiamo intenzione di dialogare con gli amministratori pubblici.
Il Melograno e’ nato per questo ma tutto questo pero’ senza precluderci di far spaziare il nostro sguardo e i nostri interessi su tutto il comune di Mediglia.

Invito al Melograno da parte dell’ANPI e perche’ il Melograno e’ qui.
Detto questo, perche’ Il Melograno e’ qui oggi? Guardate, pochi mesi fa abbiamo scritto lo Statuto della nostra associazione lo abbiamo fatto con uno spirito che va al di la della semplice attenzione al nostro territorio. Vi citero’ testualmente alcuni passaggi del nostro Statuto:

“L’Associazione persegue una politica democratica, secondo precisi valori di solidarietà e uguaglianza nel rispetto dei diritti di tutti i cittadini. … Ogni persona ha diritto al proprio benessere indipendentemente dall’appartenenza etnica, culturale, religiosa, dalle scelte sessuali, dalle proprie abilità.”
Su queste basi capite che quando l’ANPI, attraverso un nostro socio, ci ha fatto pervenire l’invito a partecipare all’iniziativa odierna, non abbiamo avuto dubbi ad accettare e siamo onorati di essere qui oggi.

Giornata della Memoria : brevissimi richiami ai fatti storici.
La data del 27 Gennaio 1945 ricorda il giorno in cui le truppe sovietiche, arrivarono presso la città polacca nota con il nome tedesco di Auschwitz, scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista.

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 Luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 Gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

Giornata della Memoria : brevi richiami ai significati piu’ generali della commemorazione.
Ecco quindi i significati storici ufficiali di questa commemorazione.
Il Ricordo.

La Giornata della Memoria non può esaurirsi in un rito che colloca una serie di eventi in un passato lontano, quasi a misurarne una sorta di distanza rassicurante. D’altra parte non si tratta di ricordare con riconoscenza un tributo di sofferenza che ha reso possibile il nostro presente, le nostre serene abitudini, le nostre sane istituzioni. In altre circostanze un simile ricordo ha senso. Nel caso della giornata della memoria tutto ciò appare inadeguato. Proprio questa impossibilità di ricordare in modo usuale, ci pone di fronte alla specificità dell’oggetto che si offre alla nostra memoria.

In questa giornata noi ricordiamo l’abisso in cui può sprofondare l’umanità. Lo stermino degli Ebrei altro non è che il compimento del nazismo come sistema politico ed ideologico. Come si è giunti a questo limite?
È stato giustamente osservato che i fattori econonomici, nazionali, psicologici, a cui spesso si è fatto appello per spiegare il nazismo e lo sterminio degli Ebrei, si sono rivelati insufficienti. Riecheggia la domanda che in tanti hanno posto: come è possibile che tutto ciò sia accaduto in un popolo che con i suoi letterati, scienzati e pensatori, tra cui molti di cultura ebraica o formatisi in essa, è stato parte essenziale della civiltà europea? Scriveva Jean Améry: «Di certo sappiamo che esso non si impose in un paese in via di sviluppo, non fu la diretta continuazione di un regime tirannico, come in Unione Sovietica, non si realizzò a partire dalla feroce lotta di una rivoluzione costretta a difendere la propria sostanza, come nella Francia di Robespierre. Avvenne in Germania. Scaturì per generazione spontanea, frutto contro natura del ventre che lo partorì».
Quindi come e’ possibile che sia accaduto?
Soprattutto se si considera che nei primi anni della Repubblica di Weimer le tesi antisemite erano agitate da un insignificante partito.

Il Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, diretto da un capo semisconosciuto: Adolph Hitler. «Soltanto un compatriota – si affermava nel programma del partito – può essere cittadino. Soltanto chi è di sangue tedesco, indipendentemente dalla sua religione, può essere compatriota. Un Ebreo non può essere compatriota». Quindi si prevedeva «La cessazione dell’immigrazione degli Ebrei dall’Est e di tutti gli stranieri parassiti; l’espulsione degli Ebrei e degli stranieri indesiderabili». In questo modo veniva creata la figura dello straniero parassita e quindi si assimilava l’Ebreo a questa figura. Il Partito nazionalsocialista ottenne pochi consensi nel ’24 e nel ’29.

Ma Poi venne la grande crisi economica e con essa quella della Repubblica di Weimar. Fu in questo contesto che il partito nazionalsocialista accrebbe i suoi consensi e nel ’32 i nazisti divennero il primo partito della nazione. Nel gennaio del 1933 Hitler assunse il cancellierato. Sebbene già inquietante, anche per qualche similitudine con programmi a noi contemporanei, all’origine si parlava di espulsione e non di una soluzione finale del problema ebraico, declinata poi nei termini del genocidio pianificato. Perché e come si passò dalla discriminazione al terrore? Su questo interrogativo la ragione sembra smarrirsi? Per meglio dire noi sappiamo come si passò allo sterminio, ma restiamo sbalorditi dalla banalità con cui si precipitò nell’orrore. Ed è ciò che oggi ci deve inquietare più di ogni altra cosa.

L’abisso aperto dai campi di sterminio è tale che, qualunque spiegazione si dia, ci appare quanto meno incompleta. Ma se le spiegazioni falliscono, le testimonianze, con le loro narrazioni cariche di pathos o di sgomento, ci portano al cuore di quell’assurdo. In esse percepiamo il senso (o meglio il non-senso) inquietante della dignità umana calpestata.

La memoria deve poter rinnovare, attualizzandole, quelle testimonianze, anche quando i testimoni non potranno più essere tra noi. Da qui la sfida al futuro ricordo, ai linguaggi e ai nuovi strumenti di comunicazione con le loro tecniche e con le loro tecnologie. Noi sappiamo che le testimonianze non vivono nei cerimoniali, ma vivono nella misura in cui lo studio e la riflessione le rendono attuali nel confronto col nostro presente.

Ascoltando i testimoni, leggendo i loro scritti deve riecheggiare in noi il grido “mai più”. Sempre che ad esso sia dato il giusto senso. E il loro giusto senso e’ anche quello che rinnova queste testimonianze attualizzandole. Rendendole cioe’ attuali nel nostro contesto presente.

Significato attuale e importanza attuale della GdM nella nostra vita sociale.

Ai nostri giorni, nella nostra societa’ civile, ravvedo talvolta una sorta di scetticismo nei riguardi della commemorazione della Giornata della Memoria. Da alcune parti, anche solo implicitamente, si solleva la domanda: “ Perche’ celebrare ancora questo evento? La Shoa e’ un evento che non puo’ piu’ accadere”. E’ una domanda che raramente viene posta esplicitamente ma che aleggia su di noi e nell’animo di alcuni. Come rispondere a questa domanda?
In molti modi.
Primo Levi, ed e’ sicuramente un’opinione autorevole la sua, scriveva “ciò che è accaduto può ritornare, pur assurdo e impensabile che appaia”.
Abbiamo ricordato infatti la facilita’ con cui lo sterminio pianificato accadde nella Germania nazista.
Tuttavia puo’ essere vero che effettivamente nella nostra societa’ la circolazione delle informazioni, lo sviluppo delle nuove tecnologie, l’istruzione e la coscienza democratica dei popoli, renderebbero piu’ difficile mettere in atto gli orrori del passato.
Ma se questo e’ vero come dimenticare che nel mondo, dopo la shoa, hanno avuto luogo e hanno luogo altri eccidi dettati da odio razziale, religioso, culturale … ricordiamo la il Ruanda, la Bosnia, il Darfur …
E poi ancora come dimenticare che anche in Italia, in Europa, nelle moderne democrazie occidentali albergano ancora focolai di razzismo e di emarginazione?
1200 siti internet nazisti nel 2009! Badate non nel mondo come si potrebbe pensare … Solo in Italia. Dati del Viminale raccolti dalla Polizia Postale.

Allora possiamo senz’altro affermare che il ricordo e le testimonianze della shoa SONO estrememente ATTUALI.
E ancora Primo Levi, uno dei piu’ autorevoli testimoni …
“Considerate se questo è un uomo”. Così Primo Levi ci parla col suo testo. Ma qui non si tratta di una semplice domanda, ma di un imperativo: valuta sempre se nel tempo in cui vivi, in qualsiasi luogo e in qualsiasi contesto, sono rispettatte le condizioni che fanno di un individuo un uomo, poiché dalla tua indignazione e dal tuo impegno dipende l’umanità di ogni essere.

“Mai più” e “Considerate se questo è un uomo”.

In queste affermazioni avvertiamo il pungolo della coscienza morale, l’invito ad indignarsi ogni qualvolta i diritti dell’uomo sono negati. Da questa indignazione dipende non solo l’umanità di colui che è offeso, ma la nostra stessa umanità. I testimoni dell’orrore dei campi di sterminio, di cui furono vittime gli Ebrei, gli Zingari, gli oppositori politici, i disabili e tutti coloro ritenuti diversi, ci ricordano l’imperativo di ogni umanesimo: “agisci in modo da trattare l’umanità in te e negli altri sempre come fine e mai come mezzo”.
Ecco allora che il senso attuale di questa commemorazione si trova ancora OGGI in quel “Mai piu’ “ che citavo pocanzi.
Perche’ “Mai più” non significa solo mai più campi di sterminio e deportazioni di massa nei nostri confini nazionali o entro quelli delle democrazie a noi piu’ vicine.
“Mai piu’” significa anche mai piu’ pulizie etniche o guerre di religione nel mondo.
Ma il senso piu’ attuale della Giornata della Memoria e’ anche mai più indifferenza nei confronti dell’umanità annullata. La Giornata della Memoria significa non smettere di indignarti ogni qualvolta una persona, con tutto ciò che questo termine implica, è costretta a umiliarsi per paura, per fame o a rinunciare alla propria dignità o alle proprie convinzioni religiose.

Crediamo fermamente che tutte le differenze etniche e religiose non vadano affrontate NON con la prevaricazione, la violenza o le deportazioni, le espulsioni ma con gli strumenti democratici a nostra disposizione: il dialogo, le istituzioni, le leggi, tutto l’insieme dei meccanismi del vivere civile.
Purtroppo quasi sempre non ci sono soluzioni semplici a problemi complessi come per esempio quello dell’integrazione razziale e religiosa. Non esistono scorciatoie. Esiste solo la strada maestra della tolleranza.
Siamo circondati da una serie di conflitti ‘periferici’ che spesso coinvolgono luoghi di contatto tra culture diverse, etnie, razze e religioni e che risollevano il problema del rapporto con ‘l’altro’ . Quello di cui abbiamo bisogno e’ di riprogettare una società che realizzi una coesistenza pacifica e l’interazione fertile di diverse identità.

Ringraziamenti e Conclusioni.

Da parte del Melograno ringraziamento ai presenti e in particolare istituzioni, amministratori se ce ne sono ecc ecc … ANPI
Per concludere … giovani, scuola, … insegnamento ai giovani come un altra ragione per la GdM.
E quindi per questo e per tutte le ragioni che ho cercato di elencare, chi come noi e’ presente oggi a questa commemorazione non e’ qui per uno sterile ricordo di tragici eventi passati. Chi come noi e’ qui oggi non vuole vivere nel passato. Chi e’ qui oggi vuole piuttosto che il passato illumini il nostro futuro.

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